Monumenti Archivi - Comune di Gangi https://www.comune.gangi.pa.it/argomento-turismo/monumenti-2/ Un nuovo sito targato WordPress Wed, 26 Feb 2020 09:48:58 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.1 Torre dei Ventimiglia https://www.comune.gangi.pa.it/turismo/torre-dei-ventimiglia/ Thu, 19 Dec 2019 14:53:35 +0000 http://www.comune.gangi.pa.it/?post_type=turismo&p=1264 E’ una struttura architettonica di stile gotico-normanno. Sul lato orientale è attaccata alla facciata di prospetto della Chiesa Madre della quale costituisce la torre campanaria . In origine fu l’antica torre feudale dei Ventimiglia fatta costruire, secondo alcune fonti di archivio, da Francesco I nel 1337. Nel 1530 fu assegnata ai Cavalieri di Malta, nel 1560, quando la parrocchia si trasferì dalla chiesa della Catena a quella di S. Sebastiano (presso la Chiesa Madre) fu trasformata in torre campanaria. La torre è di forma quadrata, a tre livelli, sostenuta da quattro pilastri, formanti un portico. Nei due piani inferiori ammiriamo delle finestre ogivali bifore e monofore. Il terzo piano fu sopraelevato nel ‘700 quando il parroco del tempo consentì all’Amministrazione Comunale di sopraelevare la torre per porvi un orologio pubblico. I lavori non furono mai portati a termine a causa di una minaccia di crollo che si era manifestata, cessato il pericolo, un orologio sarebbe comunque stato collocato, nel 1758, senza quadranti ma con delle campane segnatempo. Nel 2005 la torre è stata sottoposta ad un corposo intervento di restauro voluto dal Comune di Gangi e sostenuto dalla Provincia Regionale di Palermo. Attualmente la torre ospita al primo livello una installazione fissa di Presepe artigianale realizzato da un artista locale, è visitabile e procura non poche suggestioni agli avventori.

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E’ una struttura architettonica di stile gotico-normanno. Sul lato orientale è attaccata alla facciata di prospetto della Chiesa Madre della quale costituisce la torre campanaria .

In origine fu l’antica torre feudale dei Ventimiglia fatta costruire, secondo alcune fonti di archivio, da Francesco I nel 1337.

Nel 1530 fu assegnata ai Cavalieri di Malta, nel 1560, quando la parrocchia si trasferì dalla chiesa della Catena a quella di S. Sebastiano (presso la Chiesa Madre) fu trasformata in torre campanaria.

La torre è di forma quadrata, a tre livelli, sostenuta da quattro pilastri, formanti un portico.

Nei due piani inferiori ammiriamo delle finestre ogivali bifore e monofore. Il terzo piano fu sopraelevato nel ‘700 quando il parroco del tempo consentì all’Amministrazione Comunale di sopraelevare la torre per porvi un orologio pubblico. I lavori non furono mai portati a termine a causa di una minaccia di crollo che si era manifestata, cessato il pericolo, un orologio sarebbe comunque stato collocato, nel 1758, senza quadranti ma con delle campane segnatempo.

Nel 2005 la torre è stata sottoposta ad un corposo intervento di restauro voluto dal Comune di Gangi e sostenuto dalla Provincia Regionale di Palermo.

Attualmente la torre ospita al primo livello una installazione fissa di Presepe artigianale realizzato da un artista locale, è visitabile e procura non poche suggestioni agli avventori.

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Santuario dello Spirito Santo https://www.comune.gangi.pa.it/turismo/santuario-dello-spirito-santo/ Thu, 19 Dec 2019 14:51:00 +0000 http://www.comune.gangi.pa.it/?post_type=turismo&p=1260 L’origine del Santuario è molto antica. Vuole la leggenda che qui esistesse un’edicola intitolata allo Spirito Santo, nella quale era collocato un masso nella cui incavatura era stata dipinta l’immagine dell’Eterno Padre con una colomba sul petto. Durante la lotta iconoclasta questo dipinto venne sepolto sottoterra e per molto tempo rimase ignorato, finchè un contadino sordomuto, scavando un pozzo, rinvenne il masso. Si accorse con sorpresa della figura e notò che da una lesione al sopracciglio gocciolava sangue. Stupito della scoperta corse verso l’abitato lasciando meravigliati i cittadini che lo sentirono parlare. Successivamente accorsero sul luogo e per consiglio del parroco e delle autorità decisero di trasportare il sacro masso dentro l’abitato servendosi di buoi, ma gli animali non riuscirono a smuoverlo. Nacque così l’idea di erigere un tempio sul posto con l’aiuto di tutto il popolo. La storia indica invece che qui esisteva un’edicola con un dipinto del Cristo Pantocratore simile a quello di Cefalù ( rinvenuto nel 1985). Successivamente venne costruita una chiesetta dedicata a Santa Caterina d’Alessandria inglobando l’edicola che divenne il catino absidale della chiesa. Solamente nel 1576 la piccola chiesa subì una trasformazione architettonica e l’assunzione del titolo dello Spirito Santo. Nel corso del Settecento altri interventi portarono alla definizione della chiesa e, nell’Ottocento, alla realizzazione della cappella laterale dedicata alla Madonna della Provvidenza.Dipinto dello Spirito Santo All’interno della chiesa vi sono affreschi di Crispino Riggio e di Tommaso Pollace. Ben presto la chiesa divenne luogo di devozione e di pellegrinaggio e ancora oggi si celebra una festa molto partecipata nel giorno successivo alla festività di Pentecoste. Attualmente la chiesa dello Spirito Santo è Santuario Giubilare. Foto Manifestazione Spirito Santo

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L’origine del Santuario è molto antica. Vuole la leggenda che qui esistesse un’edicola intitolata allo Spirito Santo, nella quale era collocato un masso nella cui incavatura era stata dipinta l’immagine dell’Eterno Padre con una colomba sul petto.

Durante la lotta iconoclasta questo dipinto venne sepolto sottoterra e per molto tempo rimase ignorato, finchè un contadino sordomuto, scavando un pozzo, rinvenne il masso. Si accorse con sorpresa della figura e notò che da una lesione al sopracciglio gocciolava sangue.

Stupito della scoperta corse verso l’abitato lasciando meravigliati i cittadini che lo sentirono parlare. Successivamente accorsero sul luogo e per consiglio del parroco e delle autorità decisero di trasportare il sacro masso dentro l’abitato servendosi di buoi, ma gli animali non riuscirono a smuoverlo.

Nacque così l’idea di erigere un tempio sul posto con l’aiuto di tutto il popolo.

La storia indica invece che qui esisteva un’edicola con un dipinto del Cristo Pantocratore simile a quello di Cefalù ( rinvenuto nel 1985).

Successivamente venne costruita una chiesetta dedicata a Santa Caterina d’Alessandria inglobando l’edicola che divenne il catino absidale della chiesa.

Solamente nel 1576 la piccola chiesa subì una trasformazione architettonica e l’assunzione del titolo dello Spirito Santo. Nel corso del Settecento altri interventi portarono alla definizione della chiesa e, nell’Ottocento, alla realizzazione della cappella laterale dedicata alla Madonna della Provvidenza.Dipinto dello Spirito Santo

All’interno della chiesa vi sono affreschi di Crispino Riggio e di Tommaso Pollace.

Ben presto la chiesa divenne luogo di devozione e di pellegrinaggio e ancora oggi si celebra una festa molto partecipata nel giorno successivo alla festività di Pentecoste.

Attualmente la chiesa dello Spirito Santo è Santuario Giubilare.

Foto Manifestazione Spirito Santo

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Torre Saracena https://www.comune.gangi.pa.it/turismo/torre-saracena/ Thu, 19 Dec 2019 14:40:34 +0000 http://www.comune.gangi.pa.it/?post_type=turismo&p=1257 Edificata ai piedi del monte Marone, la torre cilindrica è detta “Saracena” per via della sua forma. Più probabilmente si tratta di una torre medievale di controllo del territorio, posto su di un giogo del monte al fine di tenere d’occhio, oltre alla vallata, la trazzera che passava nei pressi. La torre presenta un’apertura con arco ogivale posta a nord, a lungo identificata come una finestra rivolta verso il castello; in effetti si tratta dell’unico accesso alla struttura che avveniva tramite una scala a pioli, a garanzia degli occupanti. Inoltre le merlature e gli alloggiamenti delle travi lignee che sorreggono il solaio di copertura testimoniano la sua funzione. Oggi si trova ai margini della vasta area verde di pertinenza del convento dei Cappuccini.

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Edificata ai piedi del monte Marone, la torre cilindrica è detta “Saracena” per via della sua forma.

Più probabilmente si tratta di una torre medievale di controllo del territorio, posto su di un giogo del monte al fine di tenere d’occhio, oltre alla vallata, la trazzera che passava nei pressi.

La torre presenta un’apertura con arco ogivale posta a nord, a lungo identificata come una finestra rivolta verso il castello; in effetti si tratta dell’unico accesso alla struttura che avveniva tramite una scala a pioli, a garanzia degli occupanti.

Inoltre le merlature e gli alloggiamenti delle travi lignee che sorreggono il solaio di copertura testimoniano la sua funzione. Oggi si trova ai margini della vasta area verde di pertinenza del convento dei Cappuccini.

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Chiesa di Santa Maria di Gesù https://www.comune.gangi.pa.it/turismo/chiesa-di-santa-maria-di-gesu/ Thu, 19 Dec 2019 14:39:03 +0000 http://www.comune.gangi.pa.it/?post_type=turismo&p=1254 Lungo il versante sud-est di Monte Marone, verso la parte inferiore del centro abitato, è ubicata la Chiesa di S.Maria di Gesù, con prospetto rivolto ad ovest sul piazzale omonimo, limitato a monte dalla quadrata mole della torre campanaria. Sulla facciata di prospetto si ammira l’ampio portale, riccamente ornato in bassorilievi e, portante sul fastigio, un altrorilievo della Madonna coronata da due angeli. Sulla chiave dell’arco alcuni numeri fanno pensare alla data di realizzazione del portale (1655), comunque posteriore alla fondazione della chiesache risale al XV secolo. L’interno consta di una sola navata con due cappelle laterali. La volta e le pareti sono decorate con semplicit&agrave. Sull’altare maggiore, in legno, sono collocati una bella statua della Madonna con Bambino ed un piccolo Crocifisso, ambedue del Quattrocchi. Negli altari delle due cappelline: a destra è la statua in legno, pure del Quattrocchi, rappresentante S.Vito, ed a sinistra quella di S.Rocco. Nella navata a destra, troviamo il capolavoro dell’arte scultorea del Quattrocchi: “L’Annunciazione di Maria Vergine”, opera perfetta per finezza di lineamenti, per naturalezza di espressione e per colorito, sia dell’Angelo che della Vergine genuflessa. Qui ha sede l’Arciconfraternita, intitolata a Maria SS. Annunziata, instituita con decreto del Cardinal Caprara di Messina in data 28 luglio 1797.

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Lungo il versante sud-est di Monte Marone, verso la parte inferiore del centro abitato, è ubicata la Chiesa di S.Maria di Gesù, con prospetto rivolto ad ovest sul piazzale omonimo, limitato a monte dalla quadrata mole della torre campanaria.

Sulla facciata di prospetto si ammira l’ampio portale, riccamente ornato in bassorilievi e, portante sul fastigio, un altrorilievo della Madonna coronata da due angeli.

Sulla chiave dell’arco alcuni numeri fanno pensare alla data di realizzazione del portale (1655), comunque posteriore alla fondazione della chiesache risale al XV secolo. L’interno consta di una sola navata con due cappelle laterali.

La volta e le pareti sono decorate con semplicit&agrave. Sull’altare maggiore, in legno, sono collocati una bella statua della Madonna con Bambino ed un piccolo Crocifisso, ambedue del Quattrocchi.

Negli altari delle due cappelline: a destra è la statua in legno, pure del Quattrocchi, rappresentante S.Vito, ed a sinistra quella di S.Rocco.

Nella navata a destra, troviamo il capolavoro dell’arte scultorea del Quattrocchi: “L’Annunciazione di Maria Vergine”, opera perfetta per finezza di lineamenti, per naturalezza di espressione e per colorito, sia dell’Angelo che della Vergine genuflessa.

Qui ha sede l’Arciconfraternita, intitolata a Maria SS. Annunziata, instituita con decreto del Cardinal Caprara di Messina in data 28 luglio 1797.

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Convento dei Cappuccini https://www.comune.gangi.pa.it/turismo/convento-dei-cappuccini/ Thu, 19 Dec 2019 14:36:29 +0000 http://www.comune.gangi.pa.it/?post_type=turismo&p=1252 Il Convento dei Cappuccini e la Chiesa di Santa Maria degli Angeli edificati dal 1695 al 1710 sono siti ai piedi dell’abitato sul versante meridionale di Monte Marone, sopra la Via Nazionale e formano un unico, grandioso edifizio quadrangolare. Il fabbricato si compone di quattro ali, di cui la Chiesa occupa quella a nord-ovest. Questa è a pianta rettangolare, a due navate, coperte da volte a botte con lunette. Una vera profusione di lavori in legno con intarsio ne costituisce l’ornamento principale, opera tutta di frati, che non vi risparmiarono nè tempo nè fatica. Il capolavoro dell’arte del barocco lo troviamo sull’altar maggiore, formato da un altissimo postergale e dalla “sacra custodia”. Quest’ultima è di forma conica, decorata all’intorno da diversi ordini architettonici, sovrapposti l’uno all’altro, tutti in unico stile, con colonnine tortili per due terzi della loro altezza e per un terzo decorato con finissimi bassorilievi; statuette, angioletti in rilievo e serafini con altri svariatissimi ornamenti adornano la pregevole custodia lignea. Nel mezzo del postergale in legno è attaccata una grandissima tela, dipinta da frate Umile da Messina, del 1644. Al di sopra di questa tela, sono altri tre quadretti, compresi nello stesso giuoco di cornici: nel mezzo è la figura dell’Eterno Padre. Di particolare interesse è un piccolo ma pregevole museo di reliquie cappuccine ricavato nella vecchia cripta della chiesa, al quale si accede dall’antico chiostro del convento.

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Il Convento dei Cappuccini e la Chiesa di Santa Maria degli Angeli edificati dal 1695 al 1710 sono siti ai piedi dell’abitato sul versante meridionale di Monte Marone, sopra la Via Nazionale e formano un unico, grandioso edifizio quadrangolare.

Il fabbricato si compone di quattro ali, di cui la Chiesa occupa quella a nord-ovest. Questa è a pianta rettangolare, a due navate, coperte da volte a botte con lunette. Una vera profusione di lavori in legno con intarsio ne costituisce l’ornamento principale, opera tutta di frati, che non vi risparmiarono nè tempo nè fatica. Il capolavoro dell’arte del barocco lo troviamo sull’altar maggiore, formato da un altissimo postergale e dalla “sacra custodia”.

Quest’ultima è di forma conica, decorata all’intorno da diversi ordini architettonici, sovrapposti l’uno all’altro, tutti in unico stile, con colonnine tortili per due terzi della loro altezza e per un terzo decorato con finissimi bassorilievi; statuette, angioletti in rilievo e serafini con altri svariatissimi ornamenti adornano la pregevole custodia lignea.

Nel mezzo del postergale in legno è attaccata una grandissima tela, dipinta da frate Umile da Messina, del 1644. Al di sopra di questa tela, sono altri tre quadretti, compresi nello stesso giuoco di cornici: nel mezzo è la figura dell’Eterno Padre.
Di particolare interesse è un piccolo ma pregevole museo di reliquie cappuccine ricavato nella vecchia cripta della chiesa, al quale si accede dall’antico chiostro del convento.

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Chiesa della Madonna del Carmelo https://www.comune.gangi.pa.it/turismo/chiesa-della-madonna-del-carmelo/ Thu, 19 Dec 2019 14:35:10 +0000 http://www.comune.gangi.pa.it/?post_type=turismo&p=1249 La Chiesa della Vergine di Monte Carmelo, o del “Carmine”, a Sud-Ovest del Marone, lungo la Via Vittorio Emanuele, è annessa all’antico convento carmelitano. Fu in origine, fin dal secolo XIV, cappella del Convento dei Carmelitani. Il tempio poi restaurato nella seconda met à del Settecento, a spese dei baroni Li Destri. Sul piazzale omonimo prospetta la facciata, unica, della Chiesa e del conventoe, tra i due edifici limitrofi, s’innalza il campanile con base quadrata in pietra lavorata e pinnacolo a piramide in mattonelle rosse, sicuramente lavoro, quest’ultimo, di restauro. L’interno della Chiesa consta di una sola navata, la quale dal punto di vista decorativo pu ò distinguersi in tre parti: nella prima comprendiamo il presbiterio, restaurato nell’Ottocento, nella seconda, tutta la navata, meno la cantoria, con decorazioni in bassorilievi a stucco, la terza parte comprende il vestibolo e, sopra, la cantoria, restaurati di recente, che del Settecento non conservano se non un disegno floreale sulla volta. Sull’altar maggiore, in marmo, è collocata una bella scultura in legno della Madonna con il Bambino. La Chiesa è sede della Confraternita del Carmelo, instituita agli inizi del secolo scorso.

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La Chiesa della Vergine di Monte Carmelo, o del “Carmine”, a Sud-Ovest del Marone, lungo la Via Vittorio Emanuele, è annessa all’antico convento carmelitano. Fu in origine, fin dal secolo XIV, cappella del Convento dei Carmelitani.
Il tempio poi restaurato nella seconda met à del Settecento, a spese dei baroni Li Destri.
Sul piazzale omonimo prospetta la facciata, unica, della Chiesa e del conventoe, tra i due edifici limitrofi, s’innalza il campanile con base quadrata in pietra lavorata e pinnacolo a piramide in mattonelle rosse, sicuramente lavoro, quest’ultimo, di restauro.
L’interno della Chiesa consta di una sola navata, la quale dal punto di vista decorativo pu ò distinguersi in tre parti: nella prima comprendiamo il presbiterio, restaurato nell’Ottocento, nella seconda, tutta la navata, meno la cantoria, con decorazioni in bassorilievi a stucco, la terza parte comprende il vestibolo e, sopra, la cantoria, restaurati di recente, che del Settecento non conservano se non un disegno floreale sulla volta.

Sull’altar maggiore, in marmo, è collocata una bella scultura in legno della Madonna con il Bambino. La Chiesa è sede della Confraternita del Carmelo, instituita agli inizi del secolo scorso.

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Chiesa del SS. Salvatore https://www.comune.gangi.pa.it/turismo/chiesa-del-ss-salvatore/ Thu, 19 Dec 2019 14:28:28 +0000 http://www.comune.gangi.pa.it/?post_type=turismo&p=1237 La chiesa fu costruita nella prima metà del Seicento sulla precedente struttura della chiesa di S. Filippo e restaurata poi nell’Ottocento. La facciata di prospetto volge ad oriente ed è ornata da un portale, portante incisa sulla chiave dell’arco la data 1849; l’altro ingresso laterale presenta un artistico portale del XVII sec. A sinistra della facciata, si innalza il campanile con base ad intaglio, sormontato da guglia conica, rivestita da piastrelle a colori vivaci, con croce in ferro alla sommità . L’interno della chiesa, presenta un’unica navata con colonne laterali intermedie tra gli altari. Sull’altare maggiore, riccamente decorato, è collocato un grande Crocifisso in legno opera pregevole del francescano Frate Umile da Petralia. Fa da sfondo un dipinto con le pie donne, di anonimo. La Chiesa è sede della confraternita omonima, fondata nel ______ . Questa ha come stemma lo stendardo rosso e per divisa sacco e mantello bianco. Al suo interno sono conservate due statue del Quattrocchi: l’Angelo Custode, opera documentata 1812, e San Filippo Apostolo, opera documentata 1813, e l’opera pittorica “Spasimo di Sicilia” di Giuseppe Salerno del 1612. La volta è stata affrescata per opera di Salvatore Lo Caro nel 1810 .

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La chiesa fu costruita nella prima metà del Seicento sulla precedente struttura della chiesa di S. Filippo e restaurata poi nell’Ottocento.

La facciata di prospetto volge ad oriente ed è ornata da un portale, portante incisa sulla chiave dell’arco la data 1849; l’altro ingresso laterale presenta un artistico portale del XVII sec.

A sinistra della facciata, si innalza il campanile con base ad intaglio, sormontato da guglia conica, rivestita da piastrelle a colori vivaci, con croce in ferro alla sommità .

L’interno della chiesa, presenta un’unica navata con colonne laterali intermedie tra gli altari.

Sull’altare maggiore, riccamente decorato, è collocato un grande Crocifisso in legno opera pregevole del francescano Frate Umile da Petralia. Fa da sfondo un dipinto con le pie donne, di anonimo.

La Chiesa è sede della confraternita omonima, fondata nel ______ . Questa ha come stemma lo stendardo rosso e per divisa sacco e mantello bianco. Al suo interno sono conservate due statue del Quattrocchi: l’Angelo Custode, opera documentata 1812, e San Filippo Apostolo, opera documentata 1813, e l’opera pittorica “Spasimo di Sicilia” di Giuseppe Salerno del 1612. La volta è stata affrescata per opera di Salvatore Lo Caro nel 1810 .

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Chiesa di Piedigrotta https://www.comune.gangi.pa.it/turismo/chiesa-di-piedigrotta/ Thu, 19 Dec 2019 14:26:51 +0000 http://www.comune.gangi.pa.it/?post_type=turismo&p=1235 La Chiesa di Piedigrotta è ubicata a sud-est del paese, lungo il pendio del monte e prospetta sul piazzale omonimo. Risale all’inizio del 1600. Internamente è suddivisa in tre navate, piuttosto piccole e basse. Sull’altare maggiore vi è una tela ad olio, rappresentante S. Marco Evangelista di anonimo. Sulla porta della sacrestia un’altra tela, opera del pittore Salvo, rappresenta S. Veronica. Tra i quadri e le statue, collocati sugli altari laterali,sono da menzionare una scultura in legno della Madonna delle Grazie di anonimo, ed un dipinto del Salvo “Abramo ed Isacco” La Chiesa è sede della Confraternita, intitolata alle Anime Sante del Purgatorio, fondata a spese di D. Giuseppe Tornabene, con approvazione del Vescovo di Cefalù in data 21 agosto 1853 e del Governo, in data antecedente, con decreto Reale del 25 maggio 1834.

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La Chiesa di Piedigrotta è ubicata a sud-est del paese, lungo il pendio del monte e prospetta sul piazzale omonimo. Risale all’inizio del 1600.

Internamente è suddivisa in tre navate, piuttosto piccole e basse. Sull’altare maggiore vi è una tela ad olio, rappresentante S. Marco Evangelista di anonimo. Sulla porta della sacrestia un’altra tela, opera del pittore Salvo, rappresenta S. Veronica.

Tra i quadri e le statue, collocati sugli altari laterali,sono da menzionare una scultura in legno della Madonna delle Grazie di anonimo, ed un dipinto del Salvo “Abramo ed Isacco”

La Chiesa è sede della Confraternita, intitolata alle Anime Sante del Purgatorio, fondata a spese di D. Giuseppe Tornabene, con approvazione del Vescovo di Cefalù in data 21 agosto 1853 e del Governo, in data antecedente, con decreto Reale del 25 maggio 1834.

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Chiesa di San Cataldo https://www.comune.gangi.pa.it/turismo/1231-2/ Thu, 19 Dec 2019 14:25:35 +0000 http://www.comune.gangi.pa.it/?post_type=turismo&p=1231 La chiesa è sita a sud-est, sul declivio del Marone, quasi al termine del Corso G.F.Vitale. Essa risale alla prima metà del secolo XIV, come rilevasi da alcuni documenti. La facciata di prospetto dà sulla piazzetta omonima ed è ornata di portale, su cui è incisa la data di restauro dello stesso, 1884. Dall’angolo anteriore sinistro del tempio, si eleva il quadrato campanile, dalla cui base si innalza una guglia conica a piastrelle smaltate. L’interno comprende una navata mediana, più ampia, con cupolino, e due piccole navate laterali. La volta presenta un complesso decorativo artistico con tre affreschi sulla navata centrale, raffiguranti: S. Cataldo in atto di rendere la vista ad un cieco, la Gloria del Santo, ed il terzo miracolo della resurrezione dell’operaio opera del pittore palermitano Tommaso Pollaci del 1819. La volta che copre il presbiterio presenta invece un affresco del pittore Crispino Riggio datato alla metà del Settecento. Sull’altare maggiore s’ammira una bella statua del 1598 del Santo Vescovo di Taranto, patrono di Gangi. All’interno della chiesa sono opere di Giuseppe Salerno (Il miracolo dei Diecimila Martiri, 1619) e di Filippo Quattrocchi (Madonna degli Agonizzanti) ed una belissima statua in marmo di scuola gaginiana, rappresentante S.Cataldo.

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La chiesa è sita a sud-est, sul declivio del Marone, quasi al termine del Corso G.F.Vitale.
Essa risale alla prima metà del secolo XIV, come rilevasi da alcuni documenti. La facciata di prospetto dà sulla piazzetta omonima ed è ornata di portale, su cui è incisa la data di restauro dello stesso, 1884.

Dall’angolo anteriore sinistro del tempio, si eleva il quadrato campanile, dalla cui base si innalza una guglia conica a piastrelle smaltate.

L’interno comprende una navata mediana, più ampia, con cupolino, e due piccole navate laterali. La volta presenta un complesso decorativo artistico con tre affreschi sulla navata centrale, raffiguranti: S. Cataldo in atto di rendere la vista ad un cieco, la Gloria del Santo, ed il terzo miracolo della resurrezione dell’operaio opera del pittore palermitano Tommaso Pollaci del 1819.

La volta che copre il presbiterio presenta invece un affresco del pittore Crispino Riggio datato alla metà del Settecento.

Sull’altare maggiore s’ammira una bella statua del 1598 del Santo Vescovo di Taranto, patrono di Gangi. All’interno della chiesa sono opere di Giuseppe Salerno (Il miracolo dei Diecimila Martiri, 1619) e di Filippo Quattrocchi (Madonna degli Agonizzanti) ed una belissima statua in marmo di scuola gaginiana, rappresentante S.Cataldo.

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Palazzo Sgadari https://www.comune.gangi.pa.it/turismo/palazzo-sgadari/ Thu, 19 Dec 2019 14:16:04 +0000 http://www.comune.gangi.pa.it/?post_type=turismo&p=1225 Tra i più belli ed antichi palazzi del paese, l’ottocentesco palazzo Sgadari, già edificio privato appartenente all’omonima famiglia gangitana, oggi è di proprietà del Comune di Gangi che nel 1995 ha creato nel pian terreno un Museo Civico, nel quale sono conservati dei reperti archeologici ritrovati sul vicino monte Albuchia e a Gangi Vecchio. Distribuito su quattro sale, il museo è diviso in due settori: didattico e topografico. Il nome di Gangi compare da sempre nella letteratura archeologica per essere stato connesso all’antica Engyon, la mitica città di fondazione cretese citata da Diodoro Siculo e famosa nell’antichità per il tempio e il culto delle Dee Madri. Nonostante all’interno del centro urbano non sia stato mai segnalato alcun rinvenimento archeologico, esiste, tuttavia nel circondario, un ricco ed inesplorato patrimonio di testimonianze antiche che legittima l’inserimento di Gangi nelle carte archeologiche e merita senza dubbio l’interesse che, finalmente, negli ultimi anni gli è stato attribuito. I rinvenimenti che vanno dall’epoca arcaica all’età paleocristiana vedono nei casi più importanti reperti che vengono datati tra il VII ed il VI sec. a.C. Gli altri due piani del palazzo presentano: al primo la Pinacoteca Gianbecchina, che dal 2001 ospita le opere donate dal grande Maestro siciliano, autore del “Ciclo del Pane”, al Comune di Gangi; e al secondo il Museo delle armi, anche questo sorto in seguito ad una donazione da parte del maestro Giuseppe Franco al Comune di Gangi (2007). Museo Comunale Piccola panoramica di una delle sale del Museo Civico di Gangi. Il museo era stato istituito nel 1958, dopo abbandonato. Nell’ultimo decennio con il rinato interesse verso i beni culturali e l’archeologia è stata possibile la riapertura nei locali dell’antico Palazzo Sgadari, che oggi stabilmente lo ospita nel piano terra.

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Tra i più belli ed antichi palazzi del paese, l’ottocentesco palazzo Sgadari, già edificio privato appartenente all’omonima famiglia gangitana, oggi è di proprietà del Comune di Gangi che nel 1995 ha creato nel pian terreno un Museo Civico, nel quale sono conservati dei reperti archeologici ritrovati sul vicino monte Albuchia e a Gangi Vecchio.

Distribuito su quattro sale, il museo è diviso in due settori: didattico e topografico. Il nome di Gangi compare da sempre nella letteratura archeologica per essere stato connesso all’antica Engyon, la mitica città di fondazione cretese citata da Diodoro Siculo e famosa nell’antichità per il tempio e il culto delle Dee Madri.

Nonostante all’interno del centro urbano non sia stato mai segnalato alcun rinvenimento archeologico, esiste, tuttavia nel circondario, un ricco ed inesplorato patrimonio di testimonianze antiche che legittima l’inserimento di Gangi nelle carte archeologiche e merita senza dubbio l’interesse che, finalmente, negli ultimi anni gli è stato attribuito.

I rinvenimenti che vanno dall’epoca arcaica all’età paleocristiana vedono nei casi più importanti reperti che vengono datati tra il VII ed il VI sec. a.C. Gli altri due piani del palazzo presentano: al primo la Pinacoteca Gianbecchina, che dal 2001 ospita le opere donate dal grande Maestro siciliano, autore del “Ciclo del Pane”, al Comune di Gangi; e al secondo il Museo delle armi, anche questo sorto in seguito ad una donazione da parte del maestro Giuseppe Franco al Comune di Gangi (2007).

Museo Comunale

Piccola panoramica di una delle sale del Museo Civico di Gangi. Il museo era stato istituito nel 1958, dopo abbandonato. Nell’ultimo decennio con il rinato interesse verso i beni culturali e l’archeologia è stata possibile la riapertura nei locali dell’antico Palazzo Sgadari, che oggi stabilmente lo ospita nel piano terra.

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