Monumenti Archivi - Comune di Gangi https://www.comune.gangi.pa.it/argomento-turismo/cose-da-vedere/monumenti/ Un nuovo sito targato WordPress Wed, 26 Feb 2020 09:55:00 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.1 Torre dei Ventimiglia https://www.comune.gangi.pa.it/turismo/torre-dei-ventimiglia/ Thu, 19 Dec 2019 14:53:35 +0000 http://www.comune.gangi.pa.it/?post_type=turismo&p=1264 E’ una struttura architettonica di stile gotico-normanno. Sul lato orientale è attaccata alla facciata di prospetto della Chiesa Madre della quale costituisce la torre campanaria . In origine fu l’antica torre feudale dei Ventimiglia fatta costruire, secondo alcune fonti di archivio, da Francesco I nel 1337. Nel 1530 fu assegnata ai Cavalieri di Malta, nel 1560, quando la parrocchia si trasferì dalla chiesa della Catena a quella di S. Sebastiano (presso la Chiesa Madre) fu trasformata in torre campanaria. La torre è di forma quadrata, a tre livelli, sostenuta da quattro pilastri, formanti un portico. Nei due piani inferiori ammiriamo delle finestre ogivali bifore e monofore. Il terzo piano fu sopraelevato nel ‘700 quando il parroco del tempo consentì all’Amministrazione Comunale di sopraelevare la torre per porvi un orologio pubblico. I lavori non furono mai portati a termine a causa di una minaccia di crollo che si era manifestata, cessato il pericolo, un orologio sarebbe comunque stato collocato, nel 1758, senza quadranti ma con delle campane segnatempo. Nel 2005 la torre è stata sottoposta ad un corposo intervento di restauro voluto dal Comune di Gangi e sostenuto dalla Provincia Regionale di Palermo. Attualmente la torre ospita al primo livello una installazione fissa di Presepe artigianale realizzato da un artista locale, è visitabile e procura non poche suggestioni agli avventori.

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E’ una struttura architettonica di stile gotico-normanno. Sul lato orientale è attaccata alla facciata di prospetto della Chiesa Madre della quale costituisce la torre campanaria .

In origine fu l’antica torre feudale dei Ventimiglia fatta costruire, secondo alcune fonti di archivio, da Francesco I nel 1337.

Nel 1530 fu assegnata ai Cavalieri di Malta, nel 1560, quando la parrocchia si trasferì dalla chiesa della Catena a quella di S. Sebastiano (presso la Chiesa Madre) fu trasformata in torre campanaria.

La torre è di forma quadrata, a tre livelli, sostenuta da quattro pilastri, formanti un portico.

Nei due piani inferiori ammiriamo delle finestre ogivali bifore e monofore. Il terzo piano fu sopraelevato nel ‘700 quando il parroco del tempo consentì all’Amministrazione Comunale di sopraelevare la torre per porvi un orologio pubblico. I lavori non furono mai portati a termine a causa di una minaccia di crollo che si era manifestata, cessato il pericolo, un orologio sarebbe comunque stato collocato, nel 1758, senza quadranti ma con delle campane segnatempo.

Nel 2005 la torre è stata sottoposta ad un corposo intervento di restauro voluto dal Comune di Gangi e sostenuto dalla Provincia Regionale di Palermo.

Attualmente la torre ospita al primo livello una installazione fissa di Presepe artigianale realizzato da un artista locale, è visitabile e procura non poche suggestioni agli avventori.

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Santuario dello Spirito Santo https://www.comune.gangi.pa.it/turismo/santuario-dello-spirito-santo/ Thu, 19 Dec 2019 14:51:00 +0000 http://www.comune.gangi.pa.it/?post_type=turismo&p=1260 L’origine del Santuario è molto antica. Vuole la leggenda che qui esistesse un’edicola intitolata allo Spirito Santo, nella quale era collocato un masso nella cui incavatura era stata dipinta l’immagine dell’Eterno Padre con una colomba sul petto. Durante la lotta iconoclasta questo dipinto venne sepolto sottoterra e per molto tempo rimase ignorato, finchè un contadino sordomuto, scavando un pozzo, rinvenne il masso. Si accorse con sorpresa della figura e notò che da una lesione al sopracciglio gocciolava sangue. Stupito della scoperta corse verso l’abitato lasciando meravigliati i cittadini che lo sentirono parlare. Successivamente accorsero sul luogo e per consiglio del parroco e delle autorità decisero di trasportare il sacro masso dentro l’abitato servendosi di buoi, ma gli animali non riuscirono a smuoverlo. Nacque così l’idea di erigere un tempio sul posto con l’aiuto di tutto il popolo. La storia indica invece che qui esisteva un’edicola con un dipinto del Cristo Pantocratore simile a quello di Cefalù ( rinvenuto nel 1985). Successivamente venne costruita una chiesetta dedicata a Santa Caterina d’Alessandria inglobando l’edicola che divenne il catino absidale della chiesa. Solamente nel 1576 la piccola chiesa subì una trasformazione architettonica e l’assunzione del titolo dello Spirito Santo. Nel corso del Settecento altri interventi portarono alla definizione della chiesa e, nell’Ottocento, alla realizzazione della cappella laterale dedicata alla Madonna della Provvidenza.Dipinto dello Spirito Santo All’interno della chiesa vi sono affreschi di Crispino Riggio e di Tommaso Pollace. Ben presto la chiesa divenne luogo di devozione e di pellegrinaggio e ancora oggi si celebra una festa molto partecipata nel giorno successivo alla festività di Pentecoste. Attualmente la chiesa dello Spirito Santo è Santuario Giubilare. Foto Manifestazione Spirito Santo

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L’origine del Santuario è molto antica. Vuole la leggenda che qui esistesse un’edicola intitolata allo Spirito Santo, nella quale era collocato un masso nella cui incavatura era stata dipinta l’immagine dell’Eterno Padre con una colomba sul petto.

Durante la lotta iconoclasta questo dipinto venne sepolto sottoterra e per molto tempo rimase ignorato, finchè un contadino sordomuto, scavando un pozzo, rinvenne il masso. Si accorse con sorpresa della figura e notò che da una lesione al sopracciglio gocciolava sangue.

Stupito della scoperta corse verso l’abitato lasciando meravigliati i cittadini che lo sentirono parlare. Successivamente accorsero sul luogo e per consiglio del parroco e delle autorità decisero di trasportare il sacro masso dentro l’abitato servendosi di buoi, ma gli animali non riuscirono a smuoverlo.

Nacque così l’idea di erigere un tempio sul posto con l’aiuto di tutto il popolo.

La storia indica invece che qui esisteva un’edicola con un dipinto del Cristo Pantocratore simile a quello di Cefalù ( rinvenuto nel 1985).

Successivamente venne costruita una chiesetta dedicata a Santa Caterina d’Alessandria inglobando l’edicola che divenne il catino absidale della chiesa.

Solamente nel 1576 la piccola chiesa subì una trasformazione architettonica e l’assunzione del titolo dello Spirito Santo. Nel corso del Settecento altri interventi portarono alla definizione della chiesa e, nell’Ottocento, alla realizzazione della cappella laterale dedicata alla Madonna della Provvidenza.Dipinto dello Spirito Santo

All’interno della chiesa vi sono affreschi di Crispino Riggio e di Tommaso Pollace.

Ben presto la chiesa divenne luogo di devozione e di pellegrinaggio e ancora oggi si celebra una festa molto partecipata nel giorno successivo alla festività di Pentecoste.

Attualmente la chiesa dello Spirito Santo è Santuario Giubilare.

Foto Manifestazione Spirito Santo

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Torre Saracena https://www.comune.gangi.pa.it/turismo/torre-saracena/ Thu, 19 Dec 2019 14:40:34 +0000 http://www.comune.gangi.pa.it/?post_type=turismo&p=1257 Edificata ai piedi del monte Marone, la torre cilindrica è detta “Saracena” per via della sua forma. Più probabilmente si tratta di una torre medievale di controllo del territorio, posto su di un giogo del monte al fine di tenere d’occhio, oltre alla vallata, la trazzera che passava nei pressi. La torre presenta un’apertura con arco ogivale posta a nord, a lungo identificata come una finestra rivolta verso il castello; in effetti si tratta dell’unico accesso alla struttura che avveniva tramite una scala a pioli, a garanzia degli occupanti. Inoltre le merlature e gli alloggiamenti delle travi lignee che sorreggono il solaio di copertura testimoniano la sua funzione. Oggi si trova ai margini della vasta area verde di pertinenza del convento dei Cappuccini.

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Edificata ai piedi del monte Marone, la torre cilindrica è detta “Saracena” per via della sua forma.

Più probabilmente si tratta di una torre medievale di controllo del territorio, posto su di un giogo del monte al fine di tenere d’occhio, oltre alla vallata, la trazzera che passava nei pressi.

La torre presenta un’apertura con arco ogivale posta a nord, a lungo identificata come una finestra rivolta verso il castello; in effetti si tratta dell’unico accesso alla struttura che avveniva tramite una scala a pioli, a garanzia degli occupanti.

Inoltre le merlature e gli alloggiamenti delle travi lignee che sorreggono il solaio di copertura testimoniano la sua funzione. Oggi si trova ai margini della vasta area verde di pertinenza del convento dei Cappuccini.

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Convento dei Cappuccini https://www.comune.gangi.pa.it/turismo/convento-dei-cappuccini/ Thu, 19 Dec 2019 14:36:29 +0000 http://www.comune.gangi.pa.it/?post_type=turismo&p=1252 Il Convento dei Cappuccini e la Chiesa di Santa Maria degli Angeli edificati dal 1695 al 1710 sono siti ai piedi dell’abitato sul versante meridionale di Monte Marone, sopra la Via Nazionale e formano un unico, grandioso edifizio quadrangolare. Il fabbricato si compone di quattro ali, di cui la Chiesa occupa quella a nord-ovest. Questa è a pianta rettangolare, a due navate, coperte da volte a botte con lunette. Una vera profusione di lavori in legno con intarsio ne costituisce l’ornamento principale, opera tutta di frati, che non vi risparmiarono nè tempo nè fatica. Il capolavoro dell’arte del barocco lo troviamo sull’altar maggiore, formato da un altissimo postergale e dalla “sacra custodia”. Quest’ultima è di forma conica, decorata all’intorno da diversi ordini architettonici, sovrapposti l’uno all’altro, tutti in unico stile, con colonnine tortili per due terzi della loro altezza e per un terzo decorato con finissimi bassorilievi; statuette, angioletti in rilievo e serafini con altri svariatissimi ornamenti adornano la pregevole custodia lignea. Nel mezzo del postergale in legno è attaccata una grandissima tela, dipinta da frate Umile da Messina, del 1644. Al di sopra di questa tela, sono altri tre quadretti, compresi nello stesso giuoco di cornici: nel mezzo è la figura dell’Eterno Padre. Di particolare interesse è un piccolo ma pregevole museo di reliquie cappuccine ricavato nella vecchia cripta della chiesa, al quale si accede dall’antico chiostro del convento.

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Il Convento dei Cappuccini e la Chiesa di Santa Maria degli Angeli edificati dal 1695 al 1710 sono siti ai piedi dell’abitato sul versante meridionale di Monte Marone, sopra la Via Nazionale e formano un unico, grandioso edifizio quadrangolare.

Il fabbricato si compone di quattro ali, di cui la Chiesa occupa quella a nord-ovest. Questa è a pianta rettangolare, a due navate, coperte da volte a botte con lunette. Una vera profusione di lavori in legno con intarsio ne costituisce l’ornamento principale, opera tutta di frati, che non vi risparmiarono nè tempo nè fatica. Il capolavoro dell’arte del barocco lo troviamo sull’altar maggiore, formato da un altissimo postergale e dalla “sacra custodia”.

Quest’ultima è di forma conica, decorata all’intorno da diversi ordini architettonici, sovrapposti l’uno all’altro, tutti in unico stile, con colonnine tortili per due terzi della loro altezza e per un terzo decorato con finissimi bassorilievi; statuette, angioletti in rilievo e serafini con altri svariatissimi ornamenti adornano la pregevole custodia lignea.

Nel mezzo del postergale in legno è attaccata una grandissima tela, dipinta da frate Umile da Messina, del 1644. Al di sopra di questa tela, sono altri tre quadretti, compresi nello stesso giuoco di cornici: nel mezzo è la figura dell’Eterno Padre.
Di particolare interesse è un piccolo ma pregevole museo di reliquie cappuccine ricavato nella vecchia cripta della chiesa, al quale si accede dall’antico chiostro del convento.

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Palazzo Sgadari https://www.comune.gangi.pa.it/turismo/palazzo-sgadari/ Thu, 19 Dec 2019 14:16:04 +0000 http://www.comune.gangi.pa.it/?post_type=turismo&p=1225 Tra i più belli ed antichi palazzi del paese, l’ottocentesco palazzo Sgadari, già edificio privato appartenente all’omonima famiglia gangitana, oggi è di proprietà del Comune di Gangi che nel 1995 ha creato nel pian terreno un Museo Civico, nel quale sono conservati dei reperti archeologici ritrovati sul vicino monte Albuchia e a Gangi Vecchio. Distribuito su quattro sale, il museo è diviso in due settori: didattico e topografico. Il nome di Gangi compare da sempre nella letteratura archeologica per essere stato connesso all’antica Engyon, la mitica città di fondazione cretese citata da Diodoro Siculo e famosa nell’antichità per il tempio e il culto delle Dee Madri. Nonostante all’interno del centro urbano non sia stato mai segnalato alcun rinvenimento archeologico, esiste, tuttavia nel circondario, un ricco ed inesplorato patrimonio di testimonianze antiche che legittima l’inserimento di Gangi nelle carte archeologiche e merita senza dubbio l’interesse che, finalmente, negli ultimi anni gli è stato attribuito. I rinvenimenti che vanno dall’epoca arcaica all’età paleocristiana vedono nei casi più importanti reperti che vengono datati tra il VII ed il VI sec. a.C. Gli altri due piani del palazzo presentano: al primo la Pinacoteca Gianbecchina, che dal 2001 ospita le opere donate dal grande Maestro siciliano, autore del “Ciclo del Pane”, al Comune di Gangi; e al secondo il Museo delle armi, anche questo sorto in seguito ad una donazione da parte del maestro Giuseppe Franco al Comune di Gangi (2007). Museo Comunale Piccola panoramica di una delle sale del Museo Civico di Gangi. Il museo era stato istituito nel 1958, dopo abbandonato. Nell’ultimo decennio con il rinato interesse verso i beni culturali e l’archeologia è stata possibile la riapertura nei locali dell’antico Palazzo Sgadari, che oggi stabilmente lo ospita nel piano terra.

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Tra i più belli ed antichi palazzi del paese, l’ottocentesco palazzo Sgadari, già edificio privato appartenente all’omonima famiglia gangitana, oggi è di proprietà del Comune di Gangi che nel 1995 ha creato nel pian terreno un Museo Civico, nel quale sono conservati dei reperti archeologici ritrovati sul vicino monte Albuchia e a Gangi Vecchio.

Distribuito su quattro sale, il museo è diviso in due settori: didattico e topografico. Il nome di Gangi compare da sempre nella letteratura archeologica per essere stato connesso all’antica Engyon, la mitica città di fondazione cretese citata da Diodoro Siculo e famosa nell’antichità per il tempio e il culto delle Dee Madri.

Nonostante all’interno del centro urbano non sia stato mai segnalato alcun rinvenimento archeologico, esiste, tuttavia nel circondario, un ricco ed inesplorato patrimonio di testimonianze antiche che legittima l’inserimento di Gangi nelle carte archeologiche e merita senza dubbio l’interesse che, finalmente, negli ultimi anni gli è stato attribuito.

I rinvenimenti che vanno dall’epoca arcaica all’età paleocristiana vedono nei casi più importanti reperti che vengono datati tra il VII ed il VI sec. a.C. Gli altri due piani del palazzo presentano: al primo la Pinacoteca Gianbecchina, che dal 2001 ospita le opere donate dal grande Maestro siciliano, autore del “Ciclo del Pane”, al Comune di Gangi; e al secondo il Museo delle armi, anche questo sorto in seguito ad una donazione da parte del maestro Giuseppe Franco al Comune di Gangi (2007).

Museo Comunale

Piccola panoramica di una delle sale del Museo Civico di Gangi. Il museo era stato istituito nel 1958, dopo abbandonato. Nell’ultimo decennio con il rinato interesse verso i beni culturali e l’archeologia è stata possibile la riapertura nei locali dell’antico Palazzo Sgadari, che oggi stabilmente lo ospita nel piano terra.

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Chiesa della Madonna della Catena https://www.comune.gangi.pa.it/turismo/1221-2/ Thu, 19 Dec 2019 12:24:19 +0000 http://www.comune.gangi.pa.it/?post_type=turismo&p=1221 E’ sita lungo la Via del Castello, nella parte alta del centro abitato, è tra le più antiche chiese di Gangi. La facciata di prospetto volge a nord-ovest, sulla piazzetta omonima, avendo di fronte il Collegio di Maria. File di pilastri, elegantemente intagliati, formano un disegno armonico con doppio cornicione, in alto, attorno al ricco portale, anch’esso ornato di colonne e di pilastri con bassorilievi. Sulla chiave dell’arco è incisa la data del 1647, anno di ultimazione del portale in pietra. L’interno della Chiesa è formato da una navata con una cappellina laterale in fondo, a sinistra, mentre sul lato opposto trovasi la sagrestia. I dipinti della volta sono opera del panormita De Caro. All’interno della chiesa di particolare rilievo sono i gruppi statuari della Madonna della Catena sull’altare maggiore, opera attribuita al Quattrocchi; la Madonna del Rosario con S. Domenico opera invece sicuramente del Quattrocchi, perché documentata, ed una statua marmorea della Madonna della Catena del XV/XVI sec, di presunta scuola gaginiana. La Chiesa è sede della confraternita del Rosario, istituita nel 1583. In questa stessa Chiesa nel 1621 venne fondata una seconda Confraternita, intitolata alla Madonna della Catena, che fu aggregata in seguito alla prima, però ognuna, con insegne proprie: quella del Rosario cappa bianca e mantello nero, l’altra della Catena mozzetta violacea. All’interno sono custodite alcune statue del Quattrocchi.

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E’ sita lungo la Via del Castello, nella parte alta del centro abitato, è tra le più antiche chiese di Gangi.

La facciata di prospetto volge a nord-ovest, sulla piazzetta omonima, avendo di fronte il Collegio di Maria.

File di pilastri, elegantemente intagliati, formano un disegno armonico con doppio cornicione, in alto, attorno al ricco portale, anch’esso ornato di colonne e di pilastri con bassorilievi.

Sulla chiave dell’arco è incisa la data del 1647, anno di ultimazione del portale in pietra.

L’interno della Chiesa è formato da una navata con una cappellina laterale in fondo, a sinistra, mentre sul lato opposto trovasi la sagrestia.

I dipinti della volta sono opera del panormita De Caro.

All’interno della chiesa di particolare rilievo sono i gruppi statuari della Madonna della Catena sull’altare maggiore, opera attribuita al Quattrocchi; la Madonna del Rosario con S. Domenico opera invece sicuramente del Quattrocchi, perché documentata, ed una statua marmorea della Madonna della Catena del XV/XVI sec, di presunta scuola gaginiana.

La Chiesa è sede della confraternita del Rosario, istituita nel 1583.

In questa stessa Chiesa nel 1621 venne fondata una seconda Confraternita, intitolata alla Madonna della Catena, che fu aggregata in seguito alla prima, però ognuna, con insegne proprie: quella del Rosario cappa bianca e mantello nero, l’altra della Catena mozzetta violacea. All’interno sono custodite alcune statue del Quattrocchi.

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Collegio di Maria https://www.comune.gangi.pa.it/turismo/collegio-di-maria/ Thu, 19 Dec 2019 12:23:01 +0000 http://www.comune.gangi.pa.it/?post_type=turismo&p=1219 La Chiesa ed il Collegio di Maria, ancora attivi sono compresi in un unico edifizio, nella parte alta dell’abitato, l’una con l’ingresso da via Castello, l’altro con l’ingresso da via Catena. Il fabbricato, abbastanza vasto, porta l’impronta del Settecento nei portali, in qualche cornice, nelle forme delle inferriate ad ansa ricurva. Sul muro laterale, di fronte la chiesa della Catena, vi è una finestra rotonda, chiusa da un rosone traforato in pietra del Cinquecento e quindi di epoca anteriore all’edifizio. Il Collegio sorse nella seconda metà del secolo XVI con le suore del Terzo Ordine e la Chiesa venne dedicata ai SS. Cosma e Damiano, dei quali su di un altare laterale vi è una tela ad olio datata e firmata “Giov. Nizzolo 1865”.

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La Chiesa ed il Collegio di Maria, ancora attivi sono compresi in un unico edifizio, nella parte alta dell’abitato, l’una con l’ingresso da via Castello, l’altro con l’ingresso da via Catena.
Il fabbricato, abbastanza vasto, porta l’impronta del Settecento nei portali, in qualche cornice, nelle forme delle inferriate ad ansa ricurva.
Sul muro laterale, di fronte la chiesa della Catena, vi è una finestra rotonda, chiusa da un rosone traforato in pietra del Cinquecento e quindi di epoca anteriore all’edifizio.
Il Collegio sorse nella seconda metà del secolo XVI con le suore del Terzo Ordine e la Chiesa venne dedicata ai SS. Cosma e Damiano, dei quali su di un altare laterale vi è una tela ad olio datata e firmata “Giov. Nizzolo 1865”.

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Palazzo Comunale https://www.comune.gangi.pa.it/turismo/palazzo-comunale/ Thu, 19 Dec 2019 12:15:35 +0000 http://www.comune.gangi.pa.it/?post_type=turismo&p=1212 Il Palazzo Comunale, sede del Municipio, è sorto nel 1800, si affaccia sulla Piazza del Popolo, posto lateralmente al Corso Umberto I , si erge di fronte la Torre Normanna. La facciata principale con prospetto in stile veneziano, che si affaccia sulla Piazza del Popolo è segnata al centro da una elegante torretta caratterizzata in basso da una loggetta dove sono collocate una lapide marmorea con incisi i nomi dei nostri caduti nella prima guerra mondiale e una statua bronzea della Vittoria. Sopra la loggetta uno scudo marmoreo con il logo di Gangi, un Minotauro alla fonte, e da un’edicola con un bassorilievo dell’Assunta, copatrona di Gangi. La torretta si chiude con un orologio ed una merlatura. Si accede al palazzo attraverso una scalinata che segna l’inizio di via Salita Municipio, la chiave dell’arco del portale in pietra, porta una data 1889 ed una copia dello stemma della facciata principale. In Piazza del Popolo, all’angolo tra il Palazzo Comunale e il muraglione che la delimita a monte, vi è la nota “Fontana del Leone” donata ai gangitani nel 1931 dall’allora podestà Cav Gioacchino Mocciaro.

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Il Palazzo Comunale, sede del Municipio, è sorto nel 1800, si affaccia sulla Piazza del Popolo, posto lateralmente al Corso Umberto I , si erge di fronte la Torre Normanna.

La facciata principale con prospetto in stile veneziano, che si affaccia sulla Piazza del Popolo è segnata al centro da una elegante torretta caratterizzata in basso da una loggetta dove sono collocate una lapide marmorea con incisi i nomi dei nostri caduti nella prima guerra mondiale e una statua bronzea della Vittoria. Sopra la loggetta uno scudo marmoreo con il logo di Gangi, un Minotauro alla fonte, e da un’edicola con un bassorilievo dell’Assunta, copatrona di Gangi. La torretta si chiude con un orologio ed una merlatura.

Si accede al palazzo attraverso una scalinata che segna l’inizio di via Salita Municipio, la chiave dell’arco del portale in pietra, porta una data 1889 ed una copia dello stemma della facciata principale.

In Piazza del Popolo, all’angolo tra il Palazzo Comunale e il muraglione che la delimita a monte, vi è la nota “Fontana del Leone” donata ai gangitani nel 1931 dall’allora podestà Cav Gioacchino Mocciaro.

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Palazzo Bongiorno https://www.comune.gangi.pa.it/turismo/palazzo-bongiorno/ Thu, 19 Dec 2019 12:13:50 +0000 http://www.comune.gangi.pa.it/?post_type=turismo&p=1209 Il Palazzo Bongiorno, è una delle strutture più belle di architettura settecentesca delle Madonie. Dal 1967 l’edificio è stato acquistato dal Comune di Gangi, che ne ha fatto la sua sede di rappresentanza, ed ospita la sala dove si svolge il Consiglio Comunale. La costruzione della sontuosa abitazione dei Bongiorno, baroni di Cacchiamo e marchesi di Eschifaldo, venne iniziata intorno al 1754/55 dal Barone Francesco Benedetto Bongiorno. L’edificio, ora restaurato, era composto da tre piani posti longitudinalmente su due ali, con al centro un giardino pensile. La struttura a seguito di restauri è stata parzialmente modificata. I piani inferiori sono adibiti a sede del Giudice di Pace, nell’ala est vi sono vari locali alcuni dei quali dati in affitto per attività di impresa. L’ultimo piano (suddiviso in sette sale), conserva ancora in splendide condizioni, gli affreschi eseguiti dal pittore romano Gaspare Fumagalli, e dal suocero siciliano, Pietro Martorana, commissionati loro dal proprietario Barone Francesco Benedetto Bongiorno, grande mecenate nonchè fondatore e protettore della celebre Accademia degli Industriosi di Gangi, che venne ospitata nelle sale del Palazzo Bongiorno a partire dal 1758. Le note del dott. Francesco Paolo Pinello

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Il Palazzo Bongiorno, è una delle strutture più belle di architettura settecentesca delle Madonie. Dal 1967 l’edificio è stato acquistato dal Comune di Gangi, che ne ha fatto la sua sede di rappresentanza, ed ospita la sala dove si svolge il Consiglio Comunale.
La costruzione della sontuosa abitazione dei Bongiorno, baroni di Cacchiamo e marchesi di Eschifaldo, venne iniziata intorno al 1754/55 dal Barone Francesco Benedetto Bongiorno.
L’edificio, ora restaurato, era composto da tre piani posti longitudinalmente su due ali, con al centro un giardino pensile.
La struttura a seguito di restauri è stata parzialmente modificata. I piani inferiori sono adibiti a sede del Giudice di Pace, nell’ala est vi sono vari locali alcuni dei quali dati in affitto per attività di impresa.
L’ultimo piano (suddiviso in sette sale), conserva ancora in splendide condizioni, gli affreschi eseguiti dal pittore romano Gaspare Fumagalli, e dal suocero siciliano, Pietro Martorana, commissionati loro dal proprietario Barone Francesco Benedetto Bongiorno, grande mecenate nonchè fondatore e protettore della celebre Accademia degli Industriosi di Gangi, che venne ospitata nelle sale del Palazzo Bongiorno a partire dal 1758.

Le note del dott. Francesco Paolo Pinello

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Palazzo Mocciaro https://www.comune.gangi.pa.it/turismo/palazzo-mocciaro/ Thu, 19 Dec 2019 12:11:57 +0000 http://www.comune.gangi.pa.it/?post_type=turismo&p=1206 Il Palazza Mocciaro, appartenente a privati, è uno degli edifici più antichi ed allo stesso tempo più belli di Gangi. Conserva al proprio interno alcuni pregevoli affreschi ed in particolare un medaglione settecentesco di Gangi. Pregevole la cappella dedicata a S. Giovanni Battista.

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Il Palazza Mocciaro, appartenente a privati, è uno degli edifici più antichi ed allo stesso tempo più belli di Gangi. Conserva al proprio interno alcuni pregevoli affreschi ed in particolare un medaglione settecentesco di Gangi. Pregevole la cappella dedicata a S. Giovanni Battista.

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